Finalmente un macchinario di ultima generazione potrebbe dare concrete speranze a coloro che sono stati colpiti da questa forma di carcinoma, una delle più diffuse
Il tumore al polmone, anche a causa dell’eccessivo consumo di tabacco, è una delle neoplasie più diffuse e che una volta uscite allo scoperto possono essere risolte solo attraverso un intervento chirurgico che, di frequente, per non dire sempre, sottintende l’asportazione di una parte rilevante del polmone danneggiato riducendo notevolmente la qualità della vita del paziente. Ora un macchinario di ultima generazione messo a punto in Sardegna da un’equipe di medici e scienziati tutta italiana potrebbe dare concrete speranze a coloro che sono stati colpiti da questa forma di carcinoma. Infatti, il nuovo macchinario dal nome un po’ complicato, si chiama infatti “video-broncoscopia con sistema Ebus” , secondo i suoi realizzatori permetterà delle diagnosi estremamente precoci e degli interventi sulle vie bronchiali molto più precisi. Due fattori che dovrebbero contribuire notevolmente ad un veloce recupero post – operatorio del paziente.
Il funzionamento del nuovo macchinario
La video – broncoscopia con sistema Ebus verrà testata inizialmente su 4 pazienti di Sassari, in Sardegna. Infatti, il nuovo macchinario si trova presso la Struttura Complessa di Pneumologia clinica dell’Aou di Sassari diretta dal Professor Piero Pirina che ha anche presentato il nuovo macchinario alla stampa. Il professor Pirina ha spiegato in cosa consiste il sistema Ebus. Tale termine è un acronimo inglese che sta per Endo bronchial ultra sound. In pratica si tratta di una classica endoscopia bronchiale ma effettuata attraverso degli ultrasuoni.
Il macchinario, tra i suoi vari componenti, è provvisto di una particolare sonda ecografica miniaturizzata che consente di avere un’immagine nitida delle strutture adiacenti alla trachea e ai bronchi, come ad esempio i linfonodi, ma anche i vasi sanguigni, l’esofago, il miocardio e, ovviamente, qualunque tipo di lesione tumorale anche di piccolissime dimensioni. Di conseguenza, i prelievi e le analisi effettuate sui campioni prelevati dal paziente saranno estremamente mirati e fortemente predittivi circa lo stadio attuale della malattia. Anche perché questa tecnica può essere utilizzata su quei pazienti che sui quali in precedenza non si era in grado di fare una diagnosi precisa perché il tumore era estremamente piccolo, di proporzioni millimetriche. A meno di non utilizzare tecniche maggiormente invasive come quelle chirurgiche.
I costi del macchinario e i commenti delle autorità
Come è stato messo in evidenza dall’equipe del professor Pirina l’Aou di Sassari ha vinto una gara per avere questo macchinario di ultima generazione in regime di service per tre anni. Questa modalità di messa a servizio a consentito di ridurre notevolmente i costi di sviluppo e gestione del macchinario che sono stati quantificati ni circa 400 mila euro.
Come ha evidenziato l’Assessore Regionale alla Sanità, Luigi Arru, l’attivazione di questo progetto di service non solo fa fare alla sanità sarda un grande passo in avanti nella diagnosi e cura delle forme tumorali, in primo luogo il tumore al polmone, ma rientra in un più ampio piano di creazione di una Rete endoscopica regionale di endoscopia toracica. E i punti nevralgici di questa rete, oltre a Sassari ovviamente, saranno Cagliari e Nuoro.