Tregua di 11 ore ad Aleppo per consentire il soccorso a malati e feriti e permettere la fuga dalla città assediata a combattenti e civili. Ma terroristi aprono il fuoco su corridoio umanitario: «Almeno sei proiettili esplosi a posto di controllo». Duro confronto a Berlino tra Hollande, Putin e Merkel
Annunciata la tregua umanitaria nei quartieri est di Aleppo, nel nord della Siria, controllati dai ribelli e assediati dall’esercito governativo. La tregua, decretata dalla Russia e dal governo siriano per consentire il soccorso a malati e feriti e dare la possibilità a combattenti e civili di scappare dalla città, è iniziata alle 8 ore locali (le 7 in Italia) e durerà 11 ore (fino alle 19), ma potrebbe essere prolungata per dare più tempo ai convogli umanitari di entrare in azione ed avviare la distribuzione di aiuti alla popolazione assediata. Tuttavia un gruppo di terroristi ha aperto il fuoco con mortai e armi portatili proprio contro il corridoio umanitario del quartiere Bustan al Qasr della città. «Almeno sei proiettili sono esplosi a Bustan al Qasr – scrive la russa Ria Novosti – e i terroristi hanno sparato a un posto di controllo della ‘pausa umanitaria’ da una distanza di 650 piedi».
Hollande-Merkel contro Mosca: «Commessi crimini di guerra»
Quella annunciata da Mosca è una tregua che arriva al termine del vertice a tre incentrato sulla guerra in Siria, che si è svolto a Berlino tra Vladimir Putin, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande, dove questi ultimi due non avevano escluso sanzioni contro Mosca, rea di aver bombardato i civili di Aleppo. Il capo di Stato francese al termine del vertice e senza troppi giri di parole ha parlato di «crimini di guerra» facendo riferimento ai raid dell’aviazione russa e siriana sui quartieri est di Aleppo.
La Merkel ha invece definito «franche e dure» le discussioni con Vladimir Putin, denunciandone il «carattere disumano». Hollande e la Merkel hanno inoltre spiegato che «tutto ciò che può costituire una minaccia può essere utile» e «non escludiamo l’opzione delle sanzioni». «Anche se – hanno precisato – ora la priorità è proteggere la popolazione civile e garantire l’arrivo di aiuti umanitari».