Due terzi del suolo italiano sono a secco da settimane: si calcolano danni agli allevamenti e alle coltivazioni per oltre due miliardi di euro. Questo il tragico bilancio di Coldiretti su una delle estati più torride degli ultimi due secoli.
In cima alle regioni più colpite c’è la Toscana, i cui danni si aggirano attorno ai 200 milioni di euro, seguita dalla Puglia che ha perso 140 milioni, e dalla Lombardia con i suoi 90 milioni, ma in tutto lo Stivale è sempre più difficile provvedere alle irrigazioni necessarie per garantire la produzione agricola.
Sono già dieci le regioni che stanno per presentare al Ministero delle politiche agricole la richiesta per lo stato di calamità naturale.
Caldo e siccità stanno creando disagi anche in città. Gianluca Galletti, ministro dell’Ambiente, ha definito critica la situazione di Roma: la capitale potrebbe essere a breve dichiarata in stato di emergenza dalla Protezione Civile. Un’ipotesi che si sta facendo sempre più concreta nelle ultime ore è quella della turnazione dei flussi idrici. Il piano di razionamento prevederebbe turni da 8 ore durante le quali il servizio verrebbe sospeso a circa un milione e mezzo di cittadini. Il piano potrebbe entrare in vigore dopo che saranno sospesi i prelievi d’acqua dal lago di Bracciano, programmati per il 28 luglio.
Già da giugno 15 comuni in provincia di Roma hanno adottato una soluzione simile, bloccando il servizio idrico per alcune ore settimanali, previa comunicazione ai residenti. I comuni sono arrivati in questi giorni a quota venti, tra i quali Rocca Priora, Zagarolo e Grottaferrata.
Sono proprio le riserve idriche di fiumi e laghi nazionali a dare la misura dell’emergenza: sofferenze non solo per il lago di Bracciano, che è sotto il livello di guardia, ma anche per il lago di Garda, che si ferma solo al 34,4% di volume di riempimento, e addirittura il Po al Ponte della Becca a Pavia è a circa 3,5 metri sotto lo zero idrometrico.