Bologna, sgombero centro sociale Làbas: scontri tra polizia e attivisti

Sono le sette del mattino: in via Orfeo, in pieno centro storico bolognese, la polizia in tenuta antisommossa con tanto di blindati ha accerchiato il centro sociale Làbas per provvedere allo sgombero.

Ma facciamo un passo indietro. Nel novembre 2012 l’ex caserma Masini era stata occupata dai ragazzi del collettivo Làbas, che hanno reso un edificio in disuso parte integrante del tessuto sociale: scuola di italiano per immigrati, laboratori per i bambini, dormitorio con 15 posti letto per i senzatetto e mercato biologico.

Iniziative autogestite innestate però su un’occupazione abusiva cui la magistratura, dopo cinque anni, ha deciso di dare un fermo.

Ad accogliere la polizia una trentina di attivisti seduti davanti al cancello per impedire l’ingresso alle forze dell’ordine, ma dopo gli infruttuosi tentativi di trascinarli via, ecco che iniziano i tafferugli. Manganelli da parte della polizia e balle di fieno bruciate da coloro che stavano all’interno, cariche e via Castiglione bloccata. Disordini durati tre ore e proseguiti nella vicina Piazza Baraccano; applausi per i ragazzi di Làbas a Piazza Maggiore, ma l’esito è stato quello previsto dello sgombero, nonostante il supporto di tanti residenti che consideravano il centro sociale “una realtà unica”, e che si son chiesti “ma che fastidio davano?”.

Scontri duri, che hanno provocato una decina di feriti tra gli attivisti e sei tra le forze dell’ordine, questo il bilancio diffuso dal sindacato autonomo della polizia.

Il sindaco Merola se ne lava le mani e parla di disposizione di sequestro da parte della procura contro cui il Comune non avrebbe potuto prendere alternativi provvedimenti; afferma inoltre di voler cercare una soluzione alternativa, auspicabilmente una nuova sede per Làbas.

Gli sgombrati gli concedono un mese di tempo, un ultimatum per risolvere la situazione, che culminerà in un corteo, in data 9 settembre, per riprendersi il centro sociale.