Le elezioni in Germania si sono concluse con la vittoria di Angela Merkel. Vittoria mutilata però, dal momento che i socialdemocratici sono al minimo storico, e tutto il partito ha risentito della grande ascesa di Afd, espressione tedesca del dilagante fenomeno nazionalista e populista che si sta riscontrando in tutti i paesi europei.
Di seguito i risultati: Cdu-Csu al 33% (-8,5%); la Spd al 20,5% (-5,2%); la Afd al 12,6% (+7,9%); la Fdp al 10,7% (+5,9%); la Linke al 9,2% (+0,6%), i Verdi all’8,9% (+0,5%). Sottolineiamo che queste percentuali sono provvisorie, per quelle definitive si dovrà aspettare qualche settimana.
Emerge chiaramente il pericolo Afd, terza forza del Paese: per la prima volta il Bundestag aprirà le porte all’ultradestra. I leader dell’Adf Alexander Gauland e Joerg Meuthen respingono le accuse di razzismo affermando di voler cambiare il paese e occuparsi della Germania, contro di loro, sostengono, si sarebbe fatta una campagna elettorale denigratoria.
Ciononostante le preoccupazioni di una larga parte del Paese hanno trovato espressione in piazza. Poco dopo la chiusura delle urne, infatti, centinaia di persone hanno si sono rigettate tra le strade di Berlino al grido di “nazisti maiali” e “Berlino vi odia”. Inquietudine e nervosismo per quel 12% anche da parte dei principali gruppi ebraici; Ronald Lauder, capo del Congresso ebraico mondiale, ha espresso chiaramente il suo punto di vista sull’Afd “un movimento reazionario che ricorda il peggior passato della Germania”.
Altra batosta per la Merkel viene da Martin Schulz, che dichiara “Un giorno amaro, un giorno difficile per la socialdemocrazia”. Il presidente del partito socialdemocratico ha inoltre affermato di voler passare all’opposizione insieme ai Liberali (rientrati in Parlamento dopo 4 anni) e ai Verdi. Schultz insomma resterebbe leader del partito senza però ambire al ruolo di capogruppo al Bundestag.
Preoccupazioni anche degli altri Paesi dell’UE, tra la fine della Grosse Koaltition a sostegno della Merkel e l’inesorabile avanzata dei movimenti populisti che minacciano il futuro dell’Europa.