È morto Stephen Hawking, il famoso scienziato conosciuto anche per il film La teoria del tutto. Aveva 76 anni, gran parte dei quali trascorsi a perseverare negli studi che hanno dato un’impronta fondamentale alla moderna cosmologia. Stephen Hawking si è spento nella sua casa di Cambridge. Ad annunciarlo sono stati i familiari con una nota. Ha rappresentato un modello in tutto il mondo per la sua dedizione nei confronti della ricerca, alla quale si è dedicato, superando i numerosi ostacoli causati dall’atrofia muscolare progressiva di cui soffriva.
La malattia di Stephen Hawking
Lo scienziato soffriva di una sindrome correlata alla Sla. Fino al 2009 ha avuto la cattedra di matematica all’Università di Cambridge. Era lo stesso posto di insegnamento occupato da Isaac Newton. Stephen Hawking, nato ad Oxford l’8 gennaio 1942, già all’età di 13 anni ha cominciato a manifestare i primi sintomi della malattia. Nonostante le numerose difficoltà affrontate, a soli 20 anni conseguì il titolo di laurea. Poco dopo ha iniziato a soffrire di problemi motori alle mani.
Alcuni anni dopo ha perso l’uso delle corde vocali, dopo una tracheotomia resasi necessaria perché affetto da una forma grave di polmonite. Stephen Hawking si è ridotto su una sedia a rotelle e riusciva a comunicare per mezzo di un sintetizzatore vocale. Di lui sono stati ammirati sempre il coraggio e la sua capacità di non arrendersi mai, anzi manifestando una certa ironia e ottimismo nei confronti dell’esistenza.
Le teorie scientifiche di Stephen Hawking
In cosmologia lo scienziato si è occupato della teoria della gravità quantistica e soprattutto dei buchi neri. Ha iniziato studiando le particolarità della teoria della relatività di Einstein e nel 1974 ha dimostrato come i buchi neri possano essere descritti dai principi della termodinamica. Ha messo in evidenza che i buchi neri sono in grado di emettere delle radiazioni, le quali, con il tempo, arrivano all’evaporazione del buco nero, seguendo le leggi della meccanica quantistica.
Si è occupato insieme ad altri scienziati delle proprietà dei buchi neri e ha ipotizzato un universo aperto, caratterizzato dall’assenza di limiti spazio-temporali. È stato anche un grande divulgatore. In molti conoscono la sua opera “Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo”. Il libro è stato pubblicato nel 1988 ed è considerato da molti tra le opere più importanti che rientrano nelle scienze del XX secolo.