I due carabinieri accusati di stupro dalle due ragazze americane sono stati individuati e indagati dalla Procura di Firenze. I due militari, lo ricordiamo, avevano partecipato insieme ad altri colleghi ad un intervento presso il Flò di Firenze nella notte tra il 6 e il 7 settembre attorno alle 4 del mattino: era stato il proprietario stesso a chiamare le pattuglie per sedare una rissa.
Secondo le dichiarazioni delle ventunenni, i carabinieri si sono offerti di accompagnarle a casa, vedendo che una di loro barcollava sotto l’effetto dell’alcool. Versione confermata dalle telecamere piazzate in alcuni punti del centro storico di Firenze, che hanno ripreso la vettura con a bordo quattro persone.
I rapporti sessuali si sarebbero consumati nell’androne del palazzo, davanti cui l’auto dell’Arma ha sostato per 20 minuti. Questo dato è già stato accertato grazie a due telecamere di sicurezza che hanno ripreso la vettura all’arrivo e all’uscita dalla zona.
Poco dopo le ragazze hanno chiamato il 113 in lacrime, raccontando di aver subito violenza sessuale. Un’ambulanza le ha poi condotte al reparto di ginecologia per gli accertamenti: quel che è emerso sono stati segni di recenti rapporti sessuali, ma nessuno di violenza esterna. Ciò non esclude l’abuso: entrambe le giovani avevano consumato notevoli quantità di alcolici, e si trovavano quindi in stato di minorata difesa.
Le indagini della polizia scientifica condotte nello stabile dove vivono le ragazze hanno comprovato la presenza di tracce biologiche compatibili con un amplesso, confermando le parole di una delle due che aveva indicato l’androne come luogo della violenza. Ulteriori tracce sono state rilevate da lì fino all’appartamento.
Rimane da stabilire se si tratti di violenza, fatto che sarebbe gravissimo come ha sottolineato il Comandante Generale dell’Arma Tullio del Sette, il quale ha aggiunto che se questa ipotesi fosse confermata comporterebbe conseguenze immediate.
Pur nel caso di un rapporto consenziente, i carabinieri avrebbero comunque commesso un grave illecito disciplinare.