Per combattere l’HIV potremmo contare su una nuova arma a disposizione. Si tratta di un rimedio naturale scoperto dai ricercatori dell’Università di Cagliari, destinato molto probabilmente ad aiutare i pazienti che hanno contratto l’infezione. Attualmente è possibile tenere l’infezione sotto controllo per mezzo di un insieme di molti farmaci, che garantiscono la sopravvivenza, nonostante la presenza del virus nell’organismo. Questi farmaci, però, possono avere diversi effetti collaterali. Adesso, con questa scoperta recente, come è riportato anche sulla rivista americana Plos One, la pianta Hypericum scruglii potrebbe contribuire ad una terapia meno pesante.
Cosa hanno scoperto i ricercatori
La squadra di ricercatori formata da biologi e virologi dell’Università di Cagliari già da tempo si occupava di studiare le forme vegetali che compongono i paesaggi naturali della Sardegna. Da circa 9 anni il progetto è andato avanti, isolando alcuni estratti di piante, circa 25, in grado di produrre composti molto particolari.
Fra queste piante c’è proprio l’Hypericum scruglii. Quest’ultimo ritrovato vegetale conterrebbe delle sostanze in grado di impedire il replicarsi del virus HIV. Gli studiosi hanno verificato questo effetto in colture cellulari. La dottoressa Cinzia Sanna, ricercatrice del dipartimento di scienze della vita e dell’ambiente, ha spiegato che la pianta è stata raccolta durante il periodo della fioritura, è stata essiccata e poi da essa si sono effettuate delle estrazioni.
I ricercatori hanno lavorato sull’estratto grezzo, facendo degli screening biologici, per valutare la sua attività antivirale. Sono così giunti alla conclusione che i principi attivi dell’Hypericum scruglii sarebbero in grado di agire sugli enzimi implicati nel processo di riproduzione del virus HIV all’interno dell’organismo umano.
Le prospettive aperte dalla scoperta
Secondo gli studiosi che hanno effettuato la ricerca, le prospettive aperte da questa scoperta sono molto importanti nell’ambito delle opzioni terapeutiche contro l’HIV. Lo studio infatti andrà avanti perché vorrebbe giungere a dare la possibilità di sviluppare un farmaco che potrebbe sostituire il mix di medicinali che i pazienti assumono attualmente.
Enzo Tramontano, professore di microbiologia e presidente della facoltà di biologia e farmacia, ha spiegato che da ora in poi partiranno degli studi specifici per rendere la struttura chimica della molecola più potente.