Si torna a parlare di legge elettorale in Parlamento, con la deposizione in commissione Affari Costituzionali della cosiddetta Rosatellum Bis, versione aggiornata del disegno bocciato a giugno.
Come fu per la prima stesura, c’è larga intesa fra le maggiori forze politiche della camera ma – per usare una metafora matematica – cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Se fino a giugno la versione 1.0 del Rosatellum vedeva l’avallo di PD, Forza Italia, Lega e M5S, oggi i pentastellati si defilano, e a loro subentrano gli alfaniani di Alternativa Popolare.
Secondo i grillini è un “anticinquestellum”
La nuova legge prevede infatti la possibilità che i partiti si uniscano in coalizioni, fattore che evidentemente danneggia il M5S, abituato a correre da solo. Di Maio ha definito il nuovo disegno di legge “un grande inciucio fra PD e Fi per arginare il Movimento”, un vero e proprio “anticinquestellum”.
La nuova legge prevede infatti per i 231 collegi uninominali un sistema prevalentemente proporzionale, per il quale per essere eletti bisogna raggiungere il 10% se ci si presenta in coalizione o il 3% nel caso di candidature in solitaria. Alla luce di ciò, alcuni faticano a comprendere i malumori dei grillini, il cui partito può contare su un parco elettori ben superiore a quello minimo richiesto. In totale, i seggi verranno distribuiti per il 36% su base maggioritaria, per il 64% su base proporzionale. Proporzionale anche nei collegi plurinominali, ma le liste si accorciano ad un massimo di 2/4 candidati, senza possibilità di indicare voto disgiunto e con obbligo di raggiungere una quota di genere pari ad almeno il 40%.
No anche di Fratelli d’Italia, MDP e Campo Progressista
Anche Fretelli d’Italia e MDP si oppongono a questa nuova versione della legge, e a questi si è unito nelle ultime ore quello che forse è il più renziano fra i non-Dem: quel Pisapia che alla Festa dell’Unità di Imola ha definito questa versione 2.0 come “peggiorativa” della precedente.