Non sono buone notizie quelle fornite dall’Istat a proposito del tasso di disoccupazione in Italia. Il noto istituto di statistica mette in evidenza che i disoccupati nel nostro Paese sono cresciuti dello 0,2% nel mese di gennaio. Uno scatto in avanti, quindi, rispetto a dicembre, con un tasso di disoccupazione che arriva all’11,1%. Il dato non appare confortante, anche perché un aumento di questo genere non si registrava dal mese di luglio.
I dati della ricerca Istat
Se esaminiamo tutti i dati forniti dalla ricerca effettuata dall’Istat, ci accorgiamo che spesso abbiamo a che fare con delle informazioni apparentemente contraddittorie. È cresciuto il numero dei disoccupati, ma contemporaneamente, rispetto al mese di dicembre, a gennaio gli italiani che hanno trovato un lavoro sono aumentati di 25.000 unità. Come è spiegabile una contraddizione di questo tipo?
L’Istat fa notare a questo proposito che si tratta soprattutto di un aumento degli occupati nella categoria dei dipendenti con contratto a tempo. Se prendiamo in considerazione i dipendenti che possono contare su un contratto stabile, ci rendiamo conto infatti che si tratta di una diminuzione. I lavoratori dipendenti che hanno un contratto a tempo indeterminato sono in calo di 12.000 unità.
Qualche speranza soltanto in più per la disoccupazione giovanile, che è in calo, visto che si è passato al 31,5%, con un -1,2 punti percentuali.
Le differenze per categoria di lavoratori
Molto più positivo è il dato che riguarda l’occupazione femminile. Il numero di donne che hanno trovato un lavoro è in crescita di 37.000 unità. Questo tasso di occupazione è riuscito a salire al 49,3%, un vero e proprio record anche dal punto di vista storico. Non è possibile però considerarlo un buon risultato, se facciamo un confronto con il resto dei Paesi che fanno parte dell’Unione Europea. Per esempio in Germania la stessa percentuale di donne occupate è pari al 74,5% e in Francia è salita al 66,3%.
Se consideriamo l’età giovanile, emergono altre differenze. Ad esempio, per la fascia di età dai 15 ai 24 anni la percentuale di occupazione è cresciuta arrivando al 10,9%. Nella fascia dei lavoratori dai 15 ai 34 anni è possibile riscontrare la più alta crescita di occupazione, con un 2% in più.