Disordini al centro storico di Roma durante lo sgombero degli ormai ex occupanti lo stabile di via Curtatone; piazza Indipendenza è stata riaperta al traffico, ma sono ancora presenti presidi delle forze dell’ordine.
Il palazzo era stato occupato abusivamente nel 2013, e vi risiedevano fino a pochi giorni fa oltre 500 rifugiati e richiedenti asilo, di cui più di 100 tra bambini, anziani e disabili. Il primo passo verso lo sgombero era avvenuto il 19 agosto, e da allora molti dei migranti si erano barricati nei giardini della piazza, bloccando di fatto le operazioni.
Il bilancio di ciò che è accaduto ieri all’alba rasenta la guerriglia urbana: idranti aperti più volte contro i migranti al loro rifiuto di abbandonare le aiuole, lanci di sassi contro la polizia, quattro rifugiati arrestati, bambini terrorizzati portati in Questura e donne in lacrime, in preda alla paura di perdere il posto in cui abitano da anni.
A rendere questo già terribile scenario ancora più grave ci ha pensato un funzionario di polizia, reo di aver detto ai suoi uomini: “Questi devono sparire, peggio per loro. Se tirano qualcosa spaccategli un braccio”. Il capo della polizia Franco Gabrielli ha dichiarato che saranno presi provvedimenti, ma sottolinea che quella frase e gli scontri non possono essere un alibi per coprire altre responsabilità. Colpe, continua, che sono “di chi ha consentito a un’umanità varia di vivere in condizioni sub-umane”.
Per fortuna in mezzo a tanta violenza c’è spazio per qualche gesto di umanità: un agente di polizia è stato immortalato da un fotografo mentre accarezzava il volto di una donna africana, terrorizzata dalla scena e dall’eventualità di restare senza una casa.
Domani alle 16 è in programma una manifestazione dei movimenti di lotta della casa: il corteo partirà dall’Esquilino e proseguirà fino a Madonna di Loreto, e vedrà tra le sue fila anche i rifugiati di via Curtatone.