Le prime immagini post atterraggio della sonda Schiaparelli, sono state rilasciate dalla Nasa. Le istantanee ritraggono i resti della sonda in un nuovo cratere: l’atterraggio, difatti, ha creato una nuova cavità su Marte larga circa 40 metri con profondità di circa 1 metro. Woerner, dirigente Esa: «La missione è un successo»
Nuova immagine rilasciata dalla Nasa durante la giornata del 27 ottobre. L’istantanea, scattata tramite il satellite americano Mro che attornia Marte già da diversi anni, ritrae il terreno marziano dove si è schiantata a sonda Schiaparelli lo scorso 19 ottobre. Proprio dalla foto si evince come lo schianto violento della sonda, avvenuto a 300 chilometri all’ora, abbia portato alla formazione di un nuovo cratere su Marte: il cratere, secondo le prime ipotesi, sembra arrivare a circa 40 metri di diametro e 1 metro di profondità. Nell’immagine ad alta risoluzione, a meno di 1 chilometro, si riesce a vedere il cratere formato dalla sonda con i resti di una fiammata, di un paracadute e di una parte della capsula di protezione (in basso), e lo scudo termico inferiore (in alto a destra). Dal colore del cratere, inoltre, si può arrivare a capire come il combustibile rimasto del satellite, l’Idrazina, sia esploso disseminando i componenti per un’area pari ad un chilometro.
Woerner: «La missione è stata un successo»
La sonda aveva funzionato benissimo per tutto il viaggio. Poi, durante i primi 5 minuti della discesa, Schiaparelli era entrato nell’atmosfera di Marte a 140 chilometri d’altezza e con una velocità di 21mila chilometri all’ora. La velocità era stata ridotta grazie anche al paracadute supersonico a 300 chilometri all’ora e, il guscio che proteggeva la piattaforma, era stata rilasciata abbandonando anche il paracadute. Dopodiché i razzi che dovevano riuscire a frenare a pochi metri dal suolo, ed è qui che è accaduto il malfunzionamento: hanno agito per circa 3-4 secondi e poi si sono spenti portando la sonda al tragico epilogo. Il “come mai”, è ora alla base di molte analisi, ma questa, in ogni caso, è una delle questioni più importanti che l’“Esa” (Agenzia Spaziale Europea) discuterà durante il congresso che si terrà a dicembre, riunendo i ministri competenti per lo spazio dei 22 Paesi aderenti.
Il direttore generale dell’“Esa”, Jan Woerner, ha spiegato il suo punto di vista anche durante la conferenza stampa convocata a Darmstadt, dove ha sede il centro controllo di Esa: «La missione è stata un successo comunque. Non avremo da insistere per convincere i ministri, semplicemente vedranno i risultati». Di certo, come sottolineato in molti comunicati, lo scopo della sonda è stato raggiunto: si doveva dimostrare che l’Europa è in grado di atterrare sulla superfice marziana. Ora l’Esa sta già pensando ad un rover (a cui si sta già lavorando) da inviare nel 2021, anche se mancano al raggiungimento dello scopo 300 milioni. Un altro dei progetti che si dovrà discutere nella riunione di dicembre.