A poche ore dalla vittoria alle elezioni per l’Assemblea Costituente, il presidente venezuelano Maduro ha ben poco da festeggiare.
Un numero non indifferente di Nazioni non considera legittimo il risultato del voto. L’accusa è quella di brogli. Si schierano dalla parte dell’illegittimità Argentina, Cile, Colombia, Messico e Perù, oltre agli Stati Uniti. Anche l’Italia sembra aver preso una posizione ufficiale con le parole del Premier Gentiloni che sia in un’intervista al TG5, sia con un tweet, ha definito la situazione “inaccettabile”, aggiungendo che l’Italia farà la sua parte per tutelare gli oltre 130mila italovenezuelani presenti in loco e, soprattutto, per scongiurare il rischio di “dittatura e guerra civile“.
Le prese di posizione internazionali non sembrano scalfire più di tanto le preoccupazioni del leader colombiano che per tutta risposta nella notte ha fatto prelevare dalle proprie abitazioni due fra i suoi maggiori oppositori politici, ovvero Leopoldo Lopez e Antonio Ledezma, già agli arresti domiciliari. Difficile che la notizia potesse trapelare se non fosse stato per le moderne tecnologie. A lanciare l’allarme sul sequestro coatto da parte della polizia sono state infatti la moglie di Lopez, Lilian Tintori, e Oriette, figlia di Ledezma.
Entrambe hanno denunciato l’accaduto tramite twitter, definendolo un “atto di codardia” e addossando ogni responsabilità riguardo l’incolumità dei loro cari a quello che non hanno esitato a definire il “regime di Maduro”.
Elevatissimo il prezzo di sangue che nelle ultime settimane ha contraddistinto i moti di protesta contro la presidenza di Maduro. Secondo i dati diffusi da Luisa Ortega Diaz, procuratrice generale e strenua oppositrice della politica di Maduro, dall’inizio degli scontri hanno perso la vita almeno 121 persone, di cui 14 solo nella giornata di domenica 30 luglio. Fra queste, una bambina di 15 anni.
Ben più alto il numero di feriti, che ammonta a 1.958.
Situazione sempre più tesa dunque, con gli Stati Uniti pronti ad inasprire le sanzioni nei confronti di Caracas.