La scorsa settimana è stata inserita su Whatsapp un’attesissima funzione: “elimina per tutti“. Cliccando quest’opzione sarebbe possibile, secondo gli sviluppatori, cancellare un messaggio inviato al destinatario sbagliato o magari scritto frettolosamente in un momento di rabbia e di cui ci si è subito pentiti. Il tempo utile affinché la funzione ci salvi dalla figuraccia è di 7 minuti.
Tuttavia su alcuni dispositivi Android, e solo per alcune versioni, quest’opzione pare non funzionare. Il blog spagnolo Android Jefe ha infatti scoperto che rimane una traccia sul device del destinatario, dal momento che i messaggi appaiono comunque tra le notifiche e da qui è possibili recuperarli. Ma come?
Un primo metodo è quello di scaricare una delle applicazioni disponibili nello store che consentono l’accesso al registro delle notifiche; la più famosa è Notification History. Da qui basta poi aprire la stringa con suffisso “.text”. L’app ha però una limitazione, e cioè risultano visualizzabili solo i primi 100 caratteri del messaggio.
Un secondo metodo è quello di consultare direttamente il registro notifiche del proprio smartphone. Premendo per qualche secondo l’icona “impostazioni” e spostare il relativo widget sulla schermata principale. Scorrendo dal widget si troverà la voce “registro notifiche” e aprire dall’elenco quella incriminata.
Secondo il quotidiano The Indipendent, che ha effettuato svariate prove, i trucchetti funzionerebbero solo ad alcune condizioni. Sono stati infatti recuperati i contenuti già visti sulla home e scartati dal destinatario; al contrario sono risultati effettivamente irrecuperabili quelli eliminati prima della visualizzazione. In parole povere, non vale per i messaggi cancellati se la conversazione è aperta.
Insomma, fatta la legge nasce l’inganno, seppur parziale, senza considerare le polemiche che hanno accompagnato la nuova implementazione. Anzitutto Whatsapp arriva tardi, altre app di messaggistica istantanea dispongono della funzione già da tempo. Inoltre, se cancelliamo un messaggio il destinatario viene appunto avvisato: figuraccia forse non meno scottante dell’invio erroneo in sé.